sabato 19 dicembre 2009

Quando le strade sono coperte di neve, anche le più grandi, sembrano uniformarsi al resto del paesaggio. Non danno più quella sensazione di pericolo imminente. Le poche macchine che circolano sono costrette a rallentare, come se camminassero su di un marciapiede gigante. E anche io cammino, con Betty al mio fianco. Siamo le uniche nella notte. Ogni nostro passo corrisponde a un buco che presto sarà ricoperto. Rifletto. Guardo le nostre impronte e rifletto. Mi chiedo come siamo arrivati a questo punto. Il punto in cui la curiosità verso il diverso si è trasformata in sospetto generando violenza.
Non lo so. Continuo a camminare. Mi lascio guidare dall'istinto primordiale del cane. Annuso la neve. La ascolto. La guardo. La lecco. La tocco. Provo l'impulso irrefrenabile di rotolarmici dentro. Me ne libero.