martedì 13 aprile 2010

La giornata comincia, alla piccola stazione ferroviaria, con un gatto nero che sbuca da una porta socchiusa facendomi morire di paura. Poi si struscia sulle mie gambe, come solo i gatti sanno fare. Allora ci sediamo su di una panchina nella minuscola sala d'attesa. Il rumore del vento è forte, ma micio sembra impegnato nel suo intenso sprimacciare le mie ginocchia.

Poi il treno. Attraverso una terra vicina e sconosciuta. Verde. Di un verde che ricarica, rincuora, rinvigorisce. I miei occhi si chiudono e la mia mente vagheggia. Perdo i sensi e il treno corre e il tempo passa. Frena. Freno.

è solo l'inizio.