La giornata comincia, alla piccola stazione ferroviaria, con un gatto nero che sbuca da una porta socchiusa facendomi morire di paura. Poi si struscia sulle mie gambe, come solo i gatti sanno fare. Allora ci sediamo su di una panchina nella minuscola sala d'attesa. Il rumore del vento è forte, ma micio sembra impegnato nel suo intenso sprimacciare le mie ginocchia.
Poi il treno. Attraverso una terra vicina e sconosciuta. Verde. Di un verde che ricarica, rincuora, rinvigorisce. I miei occhi si chiudono e la mia mente vagheggia. Perdo i sensi e il treno corre e il tempo passa. Frena. Freno.
è solo l'inizio.